STUDIO LENZI & ASSOCIATI

Project: New hospital
Nuovo ospedale
Location: Pisa
Auctioneer: IRCCS Fondazione Stella Maris

Design Level: Progetto preliminare
Date:  2015
Result: Progetto segnalato

Un approccio etico

La qualità di vita e la salute dipendono dal contesto in cui vivono le persone. Gravi malattie o patologie possono avere un forte impatto sulle condizione di vita e in un contesto negativo, trasformarsi in disabilità, secondo il modello bio-psico-sociale dell’ICF proposto dall’OMS.

Se progettassimo un edificio senza tenere conto della natura di coloro che lo abitano, ignoreremmo le nostre responsabilità sociali.

Le persone sperimentano gli spazi in maniera motoria, attraverso i movimenti reali o quelli simulati dei loro corpi (attivati dai neuroni specchio).

A differenza delle arti, della pittura e della scultura, l’architettura “si attraversa”, richiede un movimento attorno e attraverso combinazioni di forme: l’esperienza dello spazio comprende e coinvolge l’attività motoria e sensoriale (tutti i cinque sensi) del corpo umano.

Consapevoli dell’importanza dei fattori ambientali sia materiali che immateriali, la nostra proposta per il nuovo ospedale di ricerca della Fondazione Stella Maris, si basa su linee fondamentali e connessioni progettuali che possono potenziare le attività di cura, di riabilitazione e di ricovero di persone in età evolutiva con particolari difficoltà funzionali neurologiche, psichiatriche e contemporaneamente portare equilibrio e qualità nelle molteplici relazioni tra tutte le persone, il bimbo, i genitori, i medici e i diversi ambienti del nuovo ospedale.

La “utilitas” vitruviana viene così da noi intesa e congiunta con la ricerca di una empatia degli spazi cui attribuiamo un compito di utilità nel potenziare le attività di cura e riabilitazione.

La ricerca della bellezza “venustas” deriverà poi dalla coerenza delle parti con il tutto, coerenza ispirata a quel contatto multisensoriale con gli elementi artificiali e naturali assunto come base dell’approccio etico del nostro contributo progettuale.

Le “sensate esperienze” e le “necessarie dimostrazioni

Per “sensate esperienze” si intende il momento osservativo-induttivo della scienza, nel quale attraverso un attenta osservazione dei fenomeni e dei casi particolari si induce una legge universale.

Per “necessarie dimostrazioni” si intende il momento ipotetico–deduttivo, nel quale il ricercatore, attraverso ragionamenti logici, condotti su base matematica, formula in teoria le sue ipotesi.

È l’intuizione fondamentale di Galileo che potrebbe essere considerato induttivista (se si considerasse solo la sensata esperienza) oppure deduttivista (necessarie dimostrazioni): Galileo non è ne l’uno ne l’altro, bensì tutte e due le cose, quando afferma che le “sensate esperienze” presuppongono sempre un riferimento alle “necessarie deduzioni”.

È la stessa duplicità che si ritrova alla radice dell’attività della Fondazione Stella Maris, che abbina l’osservazione (il momento induttivo) alla ricerca scientifica (l’atto deduttivo), con l’obiettivo della cura.

Il concept proposto intende essere emblematico di questa duplicità.

Pur essendo articolata in cinque bracci sostanzialmente distinti che ricordano l’articolazione della mano, il nuovo ospedale ha un lato destro e un lato sinistro, delineati dal percorso diagonale che conduce all’edificio della hall di ingresso.

A questo scopo, un aspetto progettuale di particolare importanza del “lato destro” è la multi-sensorialità dei linguaggi architettonici espressi (approccio Snoezelen), che non si limitano al mero aspetto visivo della forma, del colore e della prospettiva, ma includono le qualità tattili, acustiche, olfattive e vestibolari, tutti canali comunicativi e relazionali che sono spesso privilegiati nel bambino fragile, attraverso la simbiosi tra materiali artificiali e naturali, di differenti forme e qualità, così come è l’unione tra la diversità e l’universalità.

Il lato sinistro è più neutro, meno coinvolgente e strutturato, ma è lo spazio che deve essere costruito nel tempo, con i risultati della ricerca.

Il percorso dell’abbraccio e dell’inclusione

L’obiettivo è la raffigurazione della transizione dal “non sono nulla” al “sono tutto”, dal cammino della discriminazione a quello dell’amore.

L’ingresso al nuovo ospedale è la raffigurazione di un gesto di accoglienza, la rappresentazione di un abbraccio che però non si chiude all’esterno, eppure definisce uno spazio concluso, che include ma non separa dal resto del mondo.

Sulla corte di ingresso si attestano gli edifici, si aprono gli scorci delle aree a parco e dell’Agorà, in un contesto che include e valorizza le differenti percezioni dei piccoli ospiti e dei loro genitori e che ne rispetta individualità e diversità, facilita la relazione tra tutte le persone coinvolte nei processi di cura e di riabilitazione e attribuisce all’ospedale i valori del rispetto, dell’accoglienza, della speranza e del cambiamento positivo.

Più nascosto alla vista, è il parco su cui affacciano le aree di degenza, posizionato in continuità con il parco pubblico.

È uno spazio espressamente dedicato ai giovani pazienti, dove la forma concava dell’edificio si specchia nella forma analoga della quinta del verde e che è caratterizzato dalla presenza di una vasca rialzata a cui è possibile accostarsi e immergere le mani nell’acqua senza il rischio di cadere.

Sulla vasca “galleggia” uno spazio di gioco e ritrovo (esclusivamente riservato ai ragazzi) in forma di nido. È l’unico elemento che si pone all’esterno del complesso dei fabbricati, quasi a voler sottolineare la possibilità del distacco: è un momento di autonomia dalla famiglia e di lontananza, anche fisica, dall’ambito ospedaliero.

Il piccolo nel grande

Il luogo per eccellenza dell’unione e della valorizzazione della diversità è l’ambiente esterno, progettato come elemento di interconnessione tra l’ospedale e il mondo esterno.

Tutti gli elementi che compaiono nella realtà sono presenti e riconoscibili e in ogni momento l’ambiente esterno, con la presenza di luce, acqua, piante e materiali naturali (anche all’interno), comunicano che l’ospedale non è il punto d’arrivo, ma un passaggio nel percorso del piccolo ospite per migliorare la qualità delle sue attività e della sua partecipazione nel reale contesto di vita.

L’ambiente esterno è progettato come una fonte rinnovabile di energia positiva sia per i piccoli ospiti, che per il loro genitori.

Tutte le strutture interattive verranno progettate in modo da essere accessibili anche ai bambini in carrozzina o con disabilità visiva; la fusione della dimensione ludica con quella riabilitativa, nonché del mondo virtuale con quello reale, permetterà all’ospedale di ampliare le possibilità delle attività di abilitazione e riabilitazione anche nell’ambiente esterno.

Un elemento centrale è l’acqua, simbolo della vita: fontane, vasche e percorsi d’acqua offrono non solo momenti di rilassamento e benessere, ma possono essere utilizzati sia per attività ludiche che riabilitative, attraverso diverse possibilità di interazioni analogiche e digitali.

Oltre all’acqua l’area esterna prevede anche strutture viventi, ad esempio realizzate con il salice e il bambù, che offrono ai piccoli ospiti e ai loro genitori luoghi di scoperta, esplorazione, relax, rifugio e relazione, nonché opportunità per potenziare le abilità motorie e le capacità di orientamento temporale e spaziale.

L’Agorà è lo spazio utilizzabile sia da bambini con difficoltà funzionali varie, sia dai genitori, al fine di creare l’opportunità della condivisione di esperienze positive sul piano del movimento e della percezione, con particolare riguardo alla stimolazione vestibolare e cinestesica. L’esperienza positiva condivisa contribuisce attivamente ai processi di cura e di riabilitazione ed è fonte di energia per affrontare i problemi da risolvere.

L’Agorà (spazio scoperto) è in stretta correlazione con la hall d’ingresso (Agorà coperta), uno spazio che, per non creare nei piccoli pazienti un effetto straniante di altezza eccessiva, mantiene la suddivisione negli stessi livelli degli altri edifici. Il volume della hall è anche attraversato da un parziale interpiano, al cui interno è ricavata una sala di attesa e gioco, confinata per contenere il rumore, ma in contatto visivo con il piano terra in cui i genitori sono in attesa.

Sull’Agorà si attestano i locali ricreativi e di ristoro e gli spazi (anche esterni all’edificio e ricavati in piccole strutture dislocate) in cui sono possibili incontri, scambi informativi e momenti formativi informali, che possono includere angoli di lettura, nonché uno spazio–laboratorio dedicato ai genitori e parenti, dove è possibile creare e costruire giochi, strumenti e materiali utilizzabili nelle attività di apprendimento, comunicazione, mobilità e cura della propria persona, potenziando la partecipazione dei genitori ai processi abilitativi-educativi rivolti all’acquisizione dell’autonomia dei loro figli con disabilità (questa struttura dislocata potrebbe aprirsi anche all’esterno, con particolare riguardo al mondo delle scuole, nel laboratorio costruire materiali e strumenti per l’inclusione dei bambini con disabilità complesse). Al piano seminterrato sottostante potranno trovare posto gli spazi del relax fisico, un piccolo centro benessere che potrà essere utilizzato anche dal personale.

Le caratteristiche del progetto architettonico

La struttura intera del nuovo ospedale sarà progettata in modo da rispondere a tutte le diverse esigenze funzionali di ricerca, cura e riabilitazione, cercando nel contempo di rispondere ai bisogni di accoglienza, rispetto e relazione dei piccoli ospiti e dei loro genitori. Come nella mente umana, che include da una parte le funzioni razionali, logiche e strutturate e dall’altra parte le funzioni emotive relazionali e creative, la struttura interna del nuovo ospedale intende rafforzare l’equilibrio e la complementarietà dei diversi bisogni e delle diverse esigenze, applicando come nel contesto esterno i linguaggi espressivi architettonici multisensoriali.

L’elemento centrale degli spazi interni è la luce, fonte di speranza: la hall di ingresso è particolarmente emblematica in tal senso ed è un volume di luce colorata che ospita al livello più alto gli spazi del raccoglimento e della preghiera.

La luce compenetra anche il volume delle degenze. La corte centrale illumina anche i percorsi dei corridoi e consente di differenziare gli spazi di degenza da quelli di riabilitazione che pure sono allo stesso livello e molto ravvicinati tra di loro.

Lo spazio aggiuntivo della corte interna potrà essere in parte utilizzato anche per differenziare e caratterizzare le aree di degenza: i corridoi potranno articolarsi in modo non lineare, invadendo lo spazio-corte e potranno essere ricavati spazi esterni a corredo delle camere.

L’orientamento degli edifici è coerente con la presenza della luce solare, che deve illuminare senza abbagliare e senza scaldare troppo gli ambienti. La diversità dei colori facilita il riconoscimento dei luoghi e l’orientamento in essi. I colori abbinati alla diversità della struttura tattile, sia sulle parete che sul piano del calpestio, facilita l’orientamento anche da parte degli ospiti con disabilità visiva.

La luce artificiale in molti ambienti non ha soltanto funzioni di illuminazione, ma svolge anche la funzione del benessere nella riabilitazione, attraverso pannelli led decorati nei soffitti che si presentano come un apertura verso l’esterno, soprattutto dedicati alla cura e riabilitazione dei piccoli ospiti che non possono uscire all’esterno per motivi di salute. Si prevede inoltre l’impiego di tecnologie per le proiezioni interattive sulla parete o sul pavimento, che rispondono al tocco o al movimento della persona. In questo modo la parete e il pavimento si possono trasformare secondo il bisogno in spazio ludico o spazio riabilitativo, oppure in occasione di esperienze positive.

Le camere di degenza permettono la visibilità degli spazi esterni, rafforzando il contatto con il mondo esterno naturale e dinamico. Illuminazione LED RGB nelle camere di degenza permette al piccolo ospite di partecipare alla scelta di colore della propria stanza. Oltre alle stimolazioni luminose generali si prevede un’area predisposta per la stimolazione multisensoriale che permetterà al nuovo ospedale di ricerca un allestimento strumentale e tecnologico per sperimentare interventi riabilitativi che includono il piacere e il benessere dei piccoli ospiti e dei loro genitori.

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